The Police - Synchronicity (1983)
Inviato: 30/07/2014, 12:18
Frutto di turbolentissime sessions di registrazione fra Monserrat ed il Canada sotto la supervisione di Hugh Padgham, “Synchronicity” è l’ultimo studio album dei Police, quello più di successo, con una parata di fortunatissimi hits nel lato B, ma anche alcuni dei brani più sperimentali del trio, che qui attenua un pò il redditizio reggae & roll dei dischi precedenti per un pop-rock scabro e concentrato che miscela assai sottilmente influenze varie, dal R&B al jazz, dal minimalismo alla musica etnica. Apprezzabile soprattutto l’uso parco ed intelligente dell’elettronica (sintetizzatori, sequencers ecc.) e la profondità dei testi di Sting qui veramente in stato di grazia.
Synchronicity I & II
Il fallimento di un matrimonio (con l’attrice Frances Tomelty) e mesi di psicoterapia lasciano a Sting l’interesse per la psicologia junghiana ed il concetto di sincronicità, elaborato dallo psicologo svizzero con il fisico Pauli per dare una spiegazione acausale ed eventi coincidenti nel tempo ma non collegati da un rapporto di causa-effetto, spesso relegati nell'ambito del paranormale.
Una concitata sequenza al Synclavier introduce la prima parte, un brano votato ad un’incalzante minimalismo ritmico e percussivo in cui Sting, da buon “professorino”, definisce icasticamente il concetto, mentre nella seconda lo esemplifica inserendolo, con voce rabbiosa, in un infernale scenario urbano in cui le frustrazioni lavorative e familiari di un ordinario travet, che scaricherà probabilmente sulla sua famiglia una volta a casa, sono in ideale sincronicità con la ferocia di una strana creatura che emerge “many miles away” da un famoso lago scozzese avvicinandosi minacciosamente ad un vicino Cottage. Il pezzo è un esempio di hard rock intelligente che (cosa rara) sfrutta sapientemente le dinamiche sonore per creare un clima di tensione e di mistero che sfocia nella coda finale dove Summers si destreggia in monolitici power chords e liquidi arpeggi.
https://www.youtube.com/watch?v=_IvHl4ZTr7Y
Walking In Your Footsteps
Al mostro di Loch Ness si riallacciano i dinosauri rievocati in questo interessante brano molto d’atmosfera. Ipnotizzati dalla tribale poliritmia costruita da Copeland, con un mix di percussioni esotiche e batteria elettronica, insieme al basso Fender rapido e furtivo di Sting, si odono ostili versi animaleschi che Summers si diverte a tirar fuori dall’unità Ecoplex che moltiplica il suono della sua Telecaster. Chiusura in dissolvenza come se ci si dileguasse nella foresta amazzonica. La canzone ha una sua morale: se non impariamo dalle lezioni del passato è certo che i prossimi ad estinguerci saremo noi in un fall-out atomico.
https://www.youtube.com/watch?v=KgjXzKvZQcY
O my God
“My God, you must be sleeping Wake up, it's much too late!” canta Sting in questo breve brano che sembra una riscrittura di "Driven to Tears" scurita da fiati sfasati alla “Ghost in the Machine” e da uno spastico solo sax nel finale. Non contento, ad accentuare questa sensazione di Déjà senti, Sting cita anche "Every Little Things…" (ed un vecchio inedito "Three O'Clock shit"). Nonostante l’acume dei testi per me è il brano più debole del disco (ed è di Sting... )
https://www.youtube.com/watch?v=QdZNvpj3DuM
Mother
Farina del sacco di Summers, è il classico pomo della discordia per i fans dei Police. Molti la ritengono una boiata pazzesca e macchia indelebile nella carriera dei poliziotti. Io però son di diverso avviso è l’ho sempre trovato un brano molto audace, a metà strada fra il Bowie arabeggiante di "Lodger" ed i Crimson più paranoici dell’era Belew, con un brillantissimo assolo centrale di simil-sitar su un allucinato tempo dispari.
Certo dovessimo basarci su questo delirio edipico e su "Be My Girl -- Sally" (altro monologo a dir poco bizzarro del chitarrista) viene il sospetto che forse la psicoterapia avrebbe più giovato a Summers.
https://www.youtube.com/watch?v=9NpvZ68EIgA
Miss Gradenko
Unico Contributo di Copeland, è un altro brano che richiama un po’ il passato, con un arpeggio che ricorda un po’ "Bring on the Night" ed il tema della deumanizzazione che ricorda “Ghost in the machine”, quì però riferita al controllo paranoide attuato da un regime totalitario (C’era ancora la guerra fredda allora ed il batterista, da bravo figlio di un agente della CIA, certi ambienti li conosceva bene). Tutto sommato un pezzo minore ma il chorus “Is Anybody Alive In Here?” fa breccia ed il breve assolo di Summer si ricorda per la sua concisa precisione.
https://www.youtube.com/watch?v=YyZVS_b6r4E
Every Breath You Take
La “Yesterday” dei Police (più o meno): un brano certo (volutamente) anacronistico ma di rara perfezione. Sting tira fuori dal cilindro uno di quei brani “da night club” fatti apposta per provocare le furie iconoclaste di Copeland: ma stavolta il brano passa. Chissà forse è stata la merce di scambio per inserire "Miss Gradenko" o veramente Sting non era il solo del gruppo a pensare che quel pezzo così retrò fosse predestinato a raggiungere simultaneamente il top delle classifiche uk e us e diventare il singolo dell’anno.
L’accompagnamento è basico, ripetitivo; Copeland, che non suonava così straight dai tempi dei suoi esordi nei Curved Air, non si azzarda a colpire l’Hi-hat se non durante il bridge. Summers contribuisce con il celeberrimo pattern chitarristico, nato elaborando un banale giro di do lievemente riverberato (con un interessante effetto Chorus). La voce di Sting, rilassata, quasi soffiata da crooner, contribuisce al mood vellutato del brano.
Ma anche il più “ordinario” pezzo dei Police nasconde del marcio se si pone attenzione alle parole (“Cancer lurks in the sweetest bud…” scriveva quel tizio). Il testo, infatti, si presta ad una lettura ambivalente: romantic song definitiva o delirio paranoide parto della folle mente di uno stalker? Dilemma. Sta di fatto che la disperazione si rivela brevemente solo nel bridge, in cui la voce di Sting si leva dal letargo e sale di un’ottava per una richiesta di aiuto ("I keep crying, baby, please"), evidentemente inascoltata, visto che il ritmo regolare del primo verso ritorna imperturbabile.
https://www.youtube.com/watch?v=OMOGaugKpzs
King of Pain
E’ il brano di maggior successo dopo "Every Breath you take" nonché il mio preferito nonché capolavoro poetico di Sting. Già solo l’incipit "there's a little black spot on the sun today; it's the same old thing as yesterday" vale un intero manuale di psicologia nel descrivere uno stato depressivo. Torna il tema della sincronicità con l’anima del protagonista che si rispecchia in oggetti ed animali (“a fossil that's trapped in a high cliff wall/ ... A dead salmon frozen in a waterfall") in un fantasmatico “regno del dolore”. L’arrangiamento è ancora dei più semplici ed efficaci: sparute note di piano e percussioni all’inizio poi viene richiamato il pattern che apriva la prima Syncronicity con la solita chitarra di Summers che interviene ad evidenziare i momenti salienti ed un altro bell’assolo nel mezzo.
https://www.youtube.com/watch?v=B3l0kpl5tA4
Wrapped Around Your Finger
La morbosità latente in "Every Breath You take" si rivela pienamente nelle erudite liriche di questa metafora del rapporto matrimoniale in cui vittima e carnefice, maestro e discepolo sono legati l'un l’altro, a doppio filo, in un gioco perverso di reciproca dipendenza, scambiandosi i ruoli nel finale dove il ritornello cambia da "I'll be wrapped around your finger" a "You'll be wrapped around my finger.".
Copeland rielabora genialmente un ritmo di bossa creando un atmosfera di seducente indolenza mentre la discendente melodia (chitarra e xilofono) che apre e chiude il pezzo infonde un’aura di tristezza che si perturba soltanto nel breve crescendo dell’ultima strofa,“when you will find your servant is your master”.
https://www.youtube.com/watch?v=svWINSRhQU0
Tea in the Sahara
Sting, si sa, è sempre stato uomo di buone letture ma stavolta l’imput gli viene da Summers che gli presta il romanzo IL THE NEL DESERTO ("The Sheltering Sky") di Paul Bowles dal quale il nostro trae la leggenda di tre sorelle berbere e della loro vana speranza di dividere il the con un bellissimo principe.
Se "Synchronicity II" è stata una puntatina del gruppo in territori più hard rock, qui siamo dalle parti dell’etno-ambient di Hassel & Eno o, più propriamente, di quella "The Sheltering Sky" registrata dai King Crimson per l’album Discipline un paio d'anni prima. Anche qui, nonostante la caratteristica ritmica marca Sting-Copeland (ma molto più diluita del consueto), sono gli effetti echo ed i “soundscapes” del Guitar synth Roland di Summers che, come delle folate di vento del deserto, caratterizzano il brano, sicuramente il più raffinato del disco. Bellissima anche la versione live del Synchronicity tour conclusa da un esotico ricamo di oboe da parte di Sting.
https://www.youtube.com/watch?v=RcEumfNE9vM
https://www.youtube.com/watch?v=hYNmbQnRgU8 - LIVE
Murder By Numbers
Originariamente B-side del singolo Every Breath You Take (poi aggiunta alle edizioni in cassetta e cd del disco per invogliarne l’acquisto) questo arguto divertissement, ABC del provetto serial killer (ma il top della professione viene raggiunto solo dai “leaders of the land"), è una rara collaborazione fra Sting e Andy Summers, acido concentrato del loro umorismo nero. In un certo senso prefigura anche l’imminente ritorno al jazz di Sting perché qui siamo proprio dalle parti del Wes Montgomery trio o giù di lì. Da segnalare una curiosa versione live con la band di Frank Zappa contenuta in "Broadway the Hard Way".
https://www.youtube.com/watch?v=1Wp-SZSBkjk
https://www.youtube.com/watch?v=ToReX88lzkk - Live con Zappa