ELEANOR RIGBY : ANALISI DI UN CAPOLAVORO

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aorlansky60
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ELEANOR RIGBY : ANALISI DI UN CAPOLAVORO

Messaggio da aorlansky60 »

Premessa : ciò che andrò a scrivere proviene, quale fonte per i particolari e i dettagli storici, dalla lettura delle seguenti pubblicazioni :


- Ian McDonald "Beatles : l'opera completa"
- Mark Lewisohn "Otto anni ad Abbey Road"
- Hunter Davies "I testi delle canzoni dei Beatles"


...oltre, naturalmente, alcune mie note personali.

Quello in oggetto è uno di quei brani musicali per i quali IL TESTO è decisamente più importante della MUSICA di accompagnamento, e dicendo questo non intendo fare alcun torto a George Martin (non potrei nemmeno se lo volessi, perchè il lavoro del produttore svolto in questo caso NELLO SCRIVERE LA PARTITURA PER QUARTETTO D'ARCHI è così brillante che parla da solo per pura BELLEZZA, e così inventivo da rendere il produttore dei Beatles quasi come coautore del brano) che realizzò il sontuoso accompagnamento perfettamente in sintonia con il motivo cardine della canzone :

LA SOLITUDINE

Non è dato sapere se Paul McCartney -dal quale proviene di certo la prima scintilla d'ispirazione per la canzone, come testimoniato da più protagonisti della vicenda che la circonda- avesse pensato fin dall'inizio a quello che sarebbe divenuto il contesto centrale (E ALLO STESSO TEMPO OBIETTIVO FINALE su cui la canzone verte) quale motivo trainante del testo per la canzone, ma rimane certo che esso rappresenta, nella sua stesura definitiva, la piena consapevolezza tradotta in prosa per la denuncia di un male oscuro che già 50 anni fa incombeva latente e subdolo all'interno della ricca oppulenta ed apparentemente felice civiltà occidentale,

ovvero LA SOLITUDINE degli esseri umani e l'incapacità di chi ne era vittima a manifestare il problema ai propri simili.

ELEANOR RIGBY che "Indossa la faccia che tiene in un vaso vicino alla porta" quando riceve visite, o per quando decide di uscire, è la quintessenza DEL MALESSERE INTERIORE, qui tradotto idealmente in versi.

ELEANOR RIGBY muore sola e dimenticata, per non essere stata capace di chiedere AIUTO, o per non aver voluto farlo, come tratto tipico della middle-class Britannica di ogni tempo, che prepone DIGNITÀ e CONTEGNO prima di tutto, anche nelle situazioni più avverse, a differenza di altri popoli e mentalità come quello italiano più propensi al melodrammatico nel riuscire ad esternare tutta la propria sofferenza interiore, quando se ne è vittime.

Padre McKenzie che "scrive un sermone che nessuno ascolterà" è una cruda FEROCE denuncia verso coloro -i rappresentanti del CLERO- che dovrebbero comunicare efficacemente ai fedeli il messaggio di CRISTO, SENZA RIUSCIRVI, un presupposto da cui molto probabilmente LENNON partirà quando dichiarò nel corso dello stesso anno, totalmente frainteso dall'opinione pubblica mondiale "c'è qualcosa che non và nella Chiesa moderna, se i Beatles sono diventati più famosi di Gesù CRISTO"...

"Eleanor Rigby morì nella chiesa
E fu sepolta insieme al suo nome
Non venne nessuno
Padre McKenzie si pulisce la mani
Dalla terra mentre si allontana dalla tomba
Nessuno fu salvato"

l'ultimo verso "nessuno fu salvato" è agghiacciante e potente allo stesso tempo, e rappresenta la CONDANNA definitiva per una comunità che ha totalmente perso di vista i veri valori della VITA = carità bontà e comprensione reciproca.

Come scrive Ian McDonald nella scheda della canzone : "I BEATLES -Lennon&McCartney in particolare- erano ritenuti superficiali ed isolati dal contesto reale, come immersi in un mondo tutto loro nelle canzoni che realizzavano, ma quando decidevano di affrontare tematiche sociali, sapevano farlo con una lucidità tale da risultare più efficaci e diretti di qualsiasi altro concorrente musicale del tempo nella severità che riuscivano ad esprimere".

Difficile dargli torto nel caso di questa canzone, che appena pubblicata attirò le attenzioni di un pubblico decisamente più colto della media di fruitori tipici della pop music dell'epoca, quali potevano essere i teenagers del tempo.

McCartney partì dall'abbozzo di una idea che aveva in mente, una protagonista che "raccoglie il riso dal sagrato di una chiesa dopo un matrimonio" alla quale diede inizialmente il nome di "Daisy Hawkins"; l'idea rimase in embrione fino a quando Paul, di passaggio a Bristoll (mentre accompagnava la sua compagna di allora Jane Asher impegnata in una rappresentazione teatrale) vide un insegna di un negozio con il nome RIGBY che iniziò a piacergli e che non gli uscì più dalla testa, al punto da sostituirlo alla versione iniziale; nel frattempo aveva già sviluppato un accompagnamento di pianoforte alla sola strofa che aveva in mente, e da qui la canzone iniziò a prendere forma evolvendosi nell'immaginazione del suo autore, che fa entrare in scena un secondo personaggio, il "padre" sacerdote che aveva provvisoriamente nominato "McCartney"; fu un amico d'infanzia di Paul e John (Pete Shotton) a fargli notare che il pubblico avrebbe immediatamente collegato il nome del protagonista alla figura paterna di Paul, e come ricorda lo stesso Pete Shotton, nel corso di una serata a casa di Paul (che si può datare inizio primavera '66), presenti i quattro Beatles e relative mogli e compagne, "presi l'elenco del telefono fino a che individuai un nome altrettanto consono"" = McKenzie. Nel corso della stessa serata, ragionando per associazioni di idee come erano soliti fare, Ringo trovò lo spunto per il "sacerdote che rammenda i calzini di sera in privato", mentre più laboriosa fu la gestazione del "middle-eight" (che fu poi usato come intro, parte centrale e finale) di cui era ancora sprovvista la canzone; come testimoniato da LENNON e da Pete Shotton, ad un certo punto George Harrison se ne venne fuori con la frase "Ah, look at all the lonely people" al che un entusiasta Lennon esclamò "Eccola! l'abbiamo trovata!".

È in questa fase che Paul cambiò il nome della propria eroina, il cui iniziale "Daisy" non gli sembrava più essere in sintonia con il cognome RIGBY, in ELEANOR che suonava decisamente meglio. Da qui partono molte supposizioni e leggende, come il caso che nel cimitero di Liverpool fosse presente una tomba a nome Eleanor Rigby(1895-1939).

ad ELEANOR RIGBY in quanto CANZONE è stata conferita una cura ed una attenzione tali da farla trascendere dal livello cui si era soliti, fino a quel tempo, trattare una semplice pop song, fino a farla diventare una forma d'arte e non più solo di intrattenimento. Per ciò che è possibile sentire in essa, tutto concorre a formare nella mente dell'ascoltatore questa convinzione, sia per la qualità E LA SAGACIA del testo CIRCA IL TEMA AFFRONTATO, sia per la qualità dell'accompagnamento musicale. QUESTA NON ERA PIU' DA INTENDERE COME PROPOSTA PER UN PUBBLICO GIOVANILE, MA PER UN PUBBLICO COLTO. La canzone possiede un tratto di austerità ed un autorevolezza che la rende inattaccabile sotto ogni punto di vista: non ha una parola fuori posto, non ha una nota discutibile nell'arrangiamento o nelle esecuzioni.

Se la perfezione non è materia umana, ELEANOR RIGBY ci va molto vicino.

La canzone venne registrata il 28 Aprile 1966 negli studi EMI di Abbey Road per quanto riguarda la base musicale; il 29 Aprile fu registrata la voce solista di Paul.

Nella scheda dedicata per quel giorno, Mark Lewisohn documenta un aneddoto interessante : Paul McCartney aveva già sviluppato un accompagnamento abbozzato di solo pianoforte, che ascoltato da George Martin accese nel cervello del produttore una lampadina per quanto aveva ben chiaro, FIN DALLE PRIME NOTE UDITE, quale sarebbe stato l'accompagnamento ideale per un simile testo : un quartetto d'archi. A formare un perfetto quadro ideale "old england style". Di più : un quadro senza tempo, MEMORABILE.

Per l'occasione, Martin ne fece uso di due distinti -otto orchestrali- che dovevano eseguire in contemporanea, e qui sorse il problema già evidenziato in passato con "YESTERDAY" ovvero l'uso o meno del "vibrato" sugli strumenti a corda (viole violini e violoncello) da parte degli esecutori; McCartney insisteva per un assenza assoluta di vibrato (come nel caso di "YESTERDAY" voleva evitare nel modo più assoluto quello che lui definiva sgradevolmente "un effetto sdolcinato alla Mantovani"), gli esecutori insistevano per il vibrato, come era nella loro più consona modalità di esecuzione da strumentali DI MUSICA CLASSICA.

George Martin si ritrovò a fare da arbitro della situazione : fece eseguire due versioni distinte, una con vibrato, l'altra senza. Poi le fece ascoltare a Paul, chiedendogli se avvertiva differenze : "non saprei proprio" fu la risposta di Paul "a me sembrano uguali"...

Il bello è che per gli esecutori la DIFFERENZA era PALESE ed EVIDENTE ("con" o "senza" vibrato) ma, come riporta il testo di Lewisohn, alla fine gli esecutori preferirono quella SENZA VIBRATO propendendo quindi con McCartney!

Geoff Emerick -tecnico di studio e primo collaboratore del produttore G.MARTIN in quell'occasione- e lo stesso Martin non ci misero molto a rendersi conto di ritrovarsi al cospetto di un CAPOLAVORO nascente, che in quanto tale meritava tutta l'attenzione possibile anche in fase di registrazione, come testimonia lo stesso G.Emerick nel testo di Lewisohn "volevo ottenere un suono dagli strumenti a corda come quello che non si era mai sentito prima in 50 anni di registrazioni su vinile; dopo alcune prove, alla fine raggiunsi l'obbiettivo avvicinando AL MASSIMO i microfoni agli strumenti, quasi che ne toccassero le corde; gli strumentali erano letteralmente INORIDITI, ma lo stratagemma funzionò a meraviglia."

DA QUESTA CANZONE, COME L'ALBUM CHE LA CONTIENE -fatta eccezione per YELLOW SUBMARINE dichiaratamente nata nella mente del suo autore come proposta per bambini, ma in verità la tendenza prende avvio almeno da RUBBER SOUL contestualmente allo sviluppo artistico della band-

la MUSICA dei BEATLES non era e non sarà più solamente destinata "a ragazzine urlanti" e per teenagers in genere.

Questa canzone, come l'album REVOLVER (e come lavori di altri, penso in particolare ai contemporanei HIGHWAY 61 REVISITED e BLONDE ON BLONDE di DYLAN) contribuì in modo DETERMINANTE a rendere il Rock ADULTO e MATURO, trasformandolo da quello che era in origine (nato come "prodotto consumer per teenagers") a forma di espressione di Arte moderna da potersi porre, con pari livello di autorevolezza di Jazz e Classica, all'attenzione del pubblico, anche di quello con palati raffinati.
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rim67
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Re: ELEANOR RIGBY : ANALISI DI UN CAPOLAVORO

Messaggio da rim67 »

Beh che dire AOR, un ottima analisi, complimenti.
Chi mi conosce di più qui sul forum sa che non "impazzisco" per i Beatles come molti di voi anche se molte canzoni le apprezzo e ascolto sempre volentieri.
Una di queste è sicuramente ER.
Certo ora, grazie e te, la vedo (in positivo) anche sotto un altro aspetto :). Non sapevo niente riguardo al testo e quindi al tema trattato. Tema molto (purtroppo) attuale ora più di allora che non può lasciarti indifferente.
COMPLIMENTI E GRAZIE.
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aorlansky60
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Re: ELEANOR RIGBY : ANALISI DI UN CAPOLAVORO

Messaggio da aorlansky60 »

@ rim67

Grazie a TE; Sono contento che tu abbia apprezzato; l'intento era proprio quello, ovvero cercare di far conoscere questo brano per la PROBLEMATICA che tratta;

pensare quanto il tema SOLITUDINE sia diventato attuale ultimamente nella società moderna, deve rendere maggiore onore a Lennon& McCartney e ai quattro Beatles per averne recepito l'urgenza e compreso il pericolo latente già 50anni fa;

i detrattori dei BEATLES li criticavano per i loro testi puerili (forse quelli dei primi tempi) ma la verità è che nessuno come loro, quelle poche volte che hanno trattato PROBLEMATICHE SOCIALI nei propri testi, ha raggiunto l'ampiezza di vedute di Lennon&McCartney, centrando alla fine il nucleo del problema trattato.

ELEANOR RIGBY da sola vale almeno 20 canzoni "di protesta" fatte da altri, ancora prima di considerarne LA BELLEZZA MUSICALE, particolare per il quale al tempo (e credo ancora oggi) i BEATLES non avevano rivali.
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twoofus
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Re: ELEANOR RIGBY : ANALISI DI UN CAPOLAVORO

Messaggio da twoofus »

aorlansky60 ha scritto: 05/12/2018, 13:43
la MUSICA dei BEATLES non era e non sarà più solamente destinata "a ragazzine urlanti" e per teenagers in genere.
Ohibò! Da qualche parte ho recentemente letto esattamente l'opposto! :lol:
Scherzi a parte, aggiungerei solo una piccola mia osservazione:

"Eleanor Rigby morì nella chiesa
E fu sepolta insieme al suo nome"

Fu sepolta INSIEME al suo nome. Questa è la chiave: non aveva nessuno, e nessuno la ricorderà. Mai più. Agghiacciante.

Sono cose come questa, come Hey Jude, come Let it be, o come Yesterday e The long and winding road che mi spingono a domandarmi da anni:
perchè McCartney scriveva queste cose nel periodo in cui era con i Beatles (cioè tra i 25 e 29 anni), mentre dopo lo scioglimento non ve n'è traccia? Senza nulla togliere alle canzoni pubblicate, ma credo che in genere con l'età i testi dovrebbero farsi più profondi. Invece, mentre John scriveva God e George All Things Must Pass, Paul intonava di Bluebird e Silly Love Songs in cui ripeteva I love you circa 48 volte.
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Re: ELEANOR RIGBY : ANALISI DI UN CAPOLAVORO

Messaggio da aorlansky60 »

@ twoofus

"perchè McCartney scriveva queste cose nel periodo in cui era con i Beatles" ?

Le risposte a questa domanda possono essere tante;

credo che una di queste possa essere :

Paul McCartney disponeva di un partner artistico che lo sollecitava e lo sensibilizzava a dare il MEGLIO, proprio come lui stesso operava nei confronti di John Lennon; non credo che la storia abbia mai visto e mai vedrà di nuovo una copia di autori di quel livello, per ciò che concerne il puro SONG WRITING nel contesto della POP MUSIC.

"Paul intonava di Bluebird e Silly Love Songs in cui ripeteva I love you circa 48 volte."

qui credo vada fatto un distinguo :

a parte che BLUEBIRD (1974) è perfettamente consona allo spirito del suo autore (lasciando da parte il testo, si tratta di una canzone ESTREMAMENTE ELEGANTE musicalmente, per come la leggo) il vero problema è SILLY LOVE SONG (del 76 : davvero una pessima canzone, PESSIMA se si considera il personaggio da cui esce, fatta esclusivamente con l'obiettivo di centrare un num.1 facile, cosa che realizzò puntualmente negli USA), anno però che vede Harrison avviato al collasso d'ispirazione (l'ultimo suo album discreto che io considero è EXTRA TEXTURE, dopo il quale è un mesto declino; c'è anche da dire che solo un extra terrestre sarebbe riuscito nell'impresa di pubblicare a raffica in sequenza album della magnificenza di ALL THING MUST PASS, che personalmente considero come il punto più alto e l'album migliore mai realizzato da un "ex" Beatles); peraltro in quell'anno LENNON era già in letargo volontario (il suo ultimo album "vero" è del 74, e le cose migliori le aveva già dette, da solo, dal 1970 al 1971, anche se personalmente ho un elevata valutazione anche di MING GAMES e WALLS&BRIDGE);

è anche vero, però, che McCartney non ha raggiunto lo stesso livello espressivo di JOHN LENNON PLASTIC ONO BAND, IMAGINE e ALL THING MUST PASS negli anni di realizzazione di questi albums (il primo "McCartney" e RAM sono pallidi al confronto), e il motivo secondo me è il seguente :

McCartney è quello che ha sofferto più degli altri due la fine dei BEATLES come sodalizio, e ci ha messo molto più tempo per metabolizzare ed accettare l'idea che era davvero finita, mentre gli altri due -Lennon e Harrison- avevano già ampiamente accettato il fatto che i BEATLES erano finiti, anche prima del 1970, ed avevano già iniziato a ragionare -a differenza di Paul- e a comporre come artisti singoli in prospettiva di carriera futura solista;

va poi detto che i Wings, come spalla, non erano certo LENNON e/o HARRISON : con tutto il rispetto che posso avere per DENNY LANE (di Linda Eastman come tastierista e musicista mi rifiuto di parlare...) come partner artistico era un semplice surrogato se paragonato allo spessore di LENNON; McCartney più degli altri due sembrava avere bisogno di partner alla sua altezza per dare il meglio, cosa che invece non sembrava essere così importante per LENNON e HARRISON,

anche se, ripeto,

McCartney e Lennon insieme erano qualcosa di formidabile, specialmente nel periodo pre 68 (prima dell'inizio degli attriti personali) quando i due collaboravano MOLTO DA VICINO insieme, sia privatamente a casa dell'uno o dell'altro, che in studio di registrazione. Quindi anche LENNON ha beneficiato assai della vicinanza di Paul, perchè credo che tutto quello che ha pubblicato da solo non raggiunge il lustro di quanto riuscì a fare con McCartney vicino.
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Re: ELEANOR RIGBY : ANALISI DI UN CAPOLAVORO

Messaggio da Lamia »

Mi son letta tutto con calma ieri, complimenti Aor! [happy]
Molte cose non conoscevo di questo pezzo fantastico!
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Hairless Heart
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Re: ELEANOR RIGBY : ANALISI DI UN CAPOLAVORO

Messaggio da Hairless Heart »

Ottimo, Aorlansky! [approve]
Solo su una cosa non concordo:
il primo "McCartney" e RAM sono pallidi al confronto
A parte il primo, che comunque un paio di ottime cose le contiene, trovo che Ram sia un ottimo lavoro, con punte di eccellenza, tanto da situarsi tra i migliori 2/3 lavori solistici del Macca.
nel corso di una serata a casa di Paul....
Pazzesco! Questi qui, in tutta tranquillità, intenti a rifinire un capolavoro.
Un po' come immaginare Leonardo, intento a dare le ultime pennellate alla Gioconda, tenendo nella mano sinistra un panino col salame. [fisc]
-Non ci sono più le mezze stagioni.
-Si stava meglio quando si stava peggio.
-Band on the Run è troppo bassa.
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Re: ELEANOR RIGBY : ANALISI DI UN CAPOLAVORO

Messaggio da aorlansky60 »

@ HAIRLESS

"Un po' come immaginare Leonardo, intento a dare le ultime pennellate alla Gioconda, tenendo nella mano sinistra un panino col salame. " [smile] :D :lol:

beh, dall'alto della sua maestria(non solo pittorica), lui se lo sarebbe anche potuto permettere... [smile]

Per quanto riguarda "McCartney" e "RAM" non sono distante dal tuo punto di vista, in realtà anche a me RAM piace decisamente (un pò meno il suo primo disco d'esordio solista "McCartney" anche se esso contiene quella MAYBE I'M AMAZED che potrebbe porsi a pieno titoli al pari di un composizione BEATLES ultimo periodo) ma il problema subentra quando lo poni al confronto dei contemporanei ALL THING MUST PASS e IMAGINE, cioè secondo me fatica a reggere il confronto. Decisamente diverso il Paul di BAND ON THE RUN e VENUS AND MARS a mio parere i suoi titoli meglio riusciti degli anni 70.
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