Terminata la lettura del libro.
Lavoro davvero notevole (l'impressione era comunque tale già dai primi capitoli) per il tema che si è proposto l'autore (l'analisi minuziosa di quanto avvenne tra i Beatles nel mese di GEN 1969) un precedente che credo non trovi riscontro in altre pubblicazioni apparse precedentemente e proprio per questo dovrebbe essere letto ed acquistato da chiunque nutra l'interesse (appena maggiore oltre il solo ascolto della loro musica) per una band che ha fatto la Storia, non solo della musica (l'autore cita infatti giustamente che il 30 DIC 1969 un pool di persone autorevoli -giornalisti sociologi storici- riunite per l'occasione elevarono J.LENNON quale una delle figure più importanti ed influenti del decennio che stava per finire, al pari di J.F.Kennedy e di M.L.King - conoscevo il dettaglio da altre pubblicazioni già apparse in tema).
Altro particolare di rilievo -di cui forse ho già riferito in precedenza- : oltre all'importanza per l'analisi minuziosa dei fatti citati dall'autore, per come avvennero giorno per giorno in quel mese, si rivela
preziosissima la raccolta di
molte dichiarazioni riportate sul libro,
da parte di molti soggetti, la maggiorparte dei quali vicini alla band in quel periodo finale.
La lettura del libro si è rivelata -almeno per il sottoscritto- anche
propedeutica (credo che la cosa sarà ritenuta tale per tutti i fans di vecchia data come me) : mi ha in qualche modo "riconciliato" verso l'album finale che è seguito da quelle sessions (come lo conosciamo nella versione curata da Phil Spector nel ruolo di produttore);
se si considera il clima in cui fu generato, la qualità finale che si sente dalle canzoni che lo formano ha quasi del miracoloso, se poi si considera che, praticamente, quelle sessions hanno concepito in gestazione
anche il 75% di quanto apparirà nel loro vero testamento finale, il magnifico
"Abbey Road", la cosa sorprende oltremodo e fornisce comunque l'idea che, nonostante tutti i problemi che i quattro stavano incontrando (Yoko Ono e la gestione economica della Apple prima di tutto), la band era comunque ancora una formidabile macchina da musica, in fatto di ispirazione e di creatività.
Sotto quest'ultimo aspetto, significativa la dichiarazione rilasciata da
Paul McCartney (
nel mezzo di una lunga dichiarazione, fedelmente trascritta nel libro in oggetto in uno dei capitoli finali,
di quel giornalista particolarmente amico dei quattro e per questo uno dei pochi ammessi all'interno del loro "entourage") : "
non riuscivo più a creare insieme a John come un tempo, nel farlo avevo quasi il timore che mi sarei anche dovuto rivolgere a lei..." - nel tempo la figura negativa di Yoko Ono è stata smussata e diminuita nel suo potenziale, per come fu letta durante lo svolgimento dei fatti, ma è indiscutibile che se
la giapponese fu un bene per JOHN, si rivelò in un qualche modo
un male per la band. Anche se comunque la sua figura non si rivelò il motivo principale della rottura, quando insieme a questa si aggiungono i problemi citati prima (in particolare il pessimo andamento economico della loro etichetta privata APPLE) è chiaro che nessuno riuscirebbe a sopportare una tale pressione. Se a questo si aggiunge il nuovo profilo assunto da George Harrison, che nell'ultimo periodo non era più così remissivo nell'accettare l'autorità dei due leaders dichiarati, ma che grazie alla sua nuova ispirazione stava sfornando molto materiale all'altezza di quello degli altri due (che loro non gli volevano riconoscere da pubblicare a nome "Beatles"), il quadro negativo che portò alla dissoluzione si può dire completo.
Il problema di questo deriva dal fatto che i quattro Beatles non erano semplicemente "colleghi" di lavoro, erano da molto tempo soprattutto AMICI. Quando ad una formula ultra collaudata -come lo fu la loro escalation al mondo che li vide condividere un sentimento di profonda complicità- iniziarono ad essere immessi uno dopo l'altro particolari negativi che sommati si tramutarono in un unico insormontabile PROBLEMA da cui iniziarono a derivare frustrazioni, incomprensioni, risentimenti personali, alla fine ci si ritrova con l'inevitabile risoluzione; anche loro quattro erano uomini "di carne ed ossa", seppure straordinari sotto il profilo del talento artistico, ma non fredde macchine insensibili...
Ultima annotazione, credevo che questa fosse la prima pubblicazione con la quale facevo conoscenza di
Vincenzo Oliva, una nota finale nel libro in oggetto mi ha corretto, elencando l'autore come parte importante -traduttore di tutti i testi- di un altro volume che posseggo da molto tempo,
"Le canzoni di John Lennon", complimenti ancora
Vincenzo;
rimane un unico mio rammarico personale: considerata l'autorevolezza dell'opera, mi sarebbe fortemente piaciuto che un libro simile come
"LET IT BE, Il concerto sul tetto e le sessioni della discordia" fosse stato maggiormente curato sotto il profilo puramente editoriale, lo avrei trovato magnifico se fatto in grande formato (nel classico 24x30) corredato di molte immagini storiche di quell'anno 1969, anche se questo avrebbe inevitabilmente fatto lievitare il costo finale.
Per 17,00€ come si trova in vendita, questo libro è praticamente regalato. Compratelo. Detto ovviamente a tutti quelli che hanno interesse nella storia dei Beatles ed in particolare di quel loro ulimo anno che li vide uniti come rock band.