I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

In questa sezione ciascuno di voi può proporre una classifica di 10 brani che a vostro parere hanno contraddistinto la carriera di tutti artisti Rock.

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aorlansky60
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da aorlansky60 »

theNemesis ha scritto: 13/08/2021, 10:20 Si ... :mrgreen:
cribbio! tutte le mie scuse; allora evidentemente la convenzione che intendevi era del tipo :

A day in the life - The Beatles (es)

OK passo subito a correggere... [smile]
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da aorlansky60 »

@ Lamia

"Aggiungo che le due voci di Paul e John ( sempre che non salti fuori che abbiano cantato anche altri [smile] ), per me sono fantastiche insieme, hanno una magia , un fascino senza tempo"

A mia memoria c'è un brano dei Beatles che più degli altri [secondo me] riesce a conferire all'ascoltatore questa autentica magia, quando cioè il timbro di voce di Paul votato sui registri alti, si fondeva con quella di John più votata verso i registri bassi, quando insieme cantavano gli stessi versi :

"Baby's in black" - nel ritornello del brano (le strofe sono cantate dal solo John)
(si può vedere fedelmente documentata da uno degli otto DVD della Anthology video, peraltro la versione che qui intendo è anche ripresa dal vivo, tanto per sottolineare la loro bravura anche nell'uso della voce)

un altro ottimo esempio è contenuto in "We can work it out" sempre nel ritornello cantato in coppia dai due (nelle strofe questa volta è il solo Paul a cantare).
Ultima modifica di aorlansky60 il 14/08/2021, 9:19, modificato 1 volta in totale.
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da aorlansky60 »

...leggendo la classifica definitiva di Twoofus non posso che applaudire [smile] [bop] per la stragrande presenza di brani di una rock band che entrambi amiamo fortemente... [smile] ...e mi ha fatto ricordare anche che ho [colpevolmente] escluso dalla mia lista brani del calibro di "Strawberry fields forever" e "Eleanor Rigby" [chin] ...va beh, trovare un equilibrio citando solo 10 brani di quel magico decennio è "mission impossible"... [smile]
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theNemesis
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da theNemesis »

aorlansky60 ha scritto: 13/08/2021, 11:30
theNemesis ha scritto: 13/08/2021, 10:20 Si ... :mrgreen:
cribbio! tutte le mie scuse; allora evidentemente la convenzione che intendevi era del tipo :

A day in the life - The Beatles (es)

OK passo subito a correggere... [smile]
Grazie sei l'unico che capisce le mie necessità imformatiche... [smile]
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da Humdrum »

Questo thread doveva chiamarsi i 100 brani degli anni '60 da salvare...così è solo un gioco al massacro.

ok ,per puro spirito olimpico partecipo anch'io: [smile]

- A day in the Life - The Beatles
- All along the watchtower -Jimi Hendrix
- Whole lotta love - Led Zeppelin
- A whiter shade of pale - Procol Harum
- Space Oddity - David Bowie
- My generation - The Who
- (I can't get no) Satisfaction - The Rolling Stones
- The sound of silence - Simon & Garfunkel
- Good Vibrations - The Beach Boys
- Sittin' on the dock of the bay - Otis Redding
"Mi piacevano molto i Genesis con Peter Gabriel.Quando Peter ha lasciato il gruppo, ho smesso di seguirli." RICK WRIGHT(Pink Floyd)
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da aorlansky60 »

@ Humdrum
"Questo thread doveva chiamarsi i 100 brani degli anni '60 da salvare..."

come non quotarti? Sono assolutamente d'accordo. [happy]
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da Lorenzo Mentasti »

aorlansky60 ha scritto: 12/08/2021, 9:56 C'è anche da dire, però, che la canzone -se non ricordo male con mixaggio leggermente differente rispetto alla versione pubblicata su singolo- fu pubblicata anche sul primo album ufficiale della band ("Please please me") apparso nei negozi nella primavera 1963 (vado a memoria, non ricordo esattamente il mese, credo fosse marzo o aprile, fu fatto registrare in fretta da G.Martin ai ragazzi per sfruttare l'onda del successo del loro secondo singolo a 45g "Please please me" pubblicato nel Gennaio del 63, che raggiunse la "number one" in Inghilterra poche settimane dopo)
L'album uscì in Inghilterra il 22 marzo 1963.
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da aorlansky60 »

@ Lorenzo

ah, ecco!

...ricordavo più o meno una data simile a quella che hai citato circa l'uscita di "Please please me"(LP), infatti secondo giorno di primavera, [smile] giusto per dare il "buongiorno" con un piatto più succoso quale un album, rispetto ad un singolo seppure fortemente apprezzato dai giovani Inglesi del periodo come lo fu "Please please me"(45g); ma non era ancora l'apoteosi... il loro terzo singolo "From me to you" nonostante la qualità dell'offerta (per il tempo, non dimentichiamoci che siamo nel 1963...) non incontrò i favori del pubblico come il singolo precedente, al punto da far gridare a diversi dissidenti della band "che i Beatles erano già finiti"... davvero pessimi profeti: nell'Agosto '63 uscirà nei negozi il singolo destinato, a mio parere, a scoccare la scintilla della "Beatlemania" (per ora solo confinata al Regno Unito) :

"Yeah! Yeah! Yeah!" [smile]
(segno distintivo di "She loves you") [smile] un brano decisamente "epocale" considerando il periodo, carico di energia, che il pubblico a cui era rivolto dimostrò ben presto di gradire assai (infatti poco dopo la sua pubblicazione andò dritto sparata alla num.1 delle charts inglesi). Se non ricordo male, fu George Martin a suggerire a John e Paul di "partire" immediatamente con quel "(She love you) Yeah! Yeah! Yeah!" -che per almeno due anni diventerà uno dei tratti caratteristici della band- che costituiva il ritornello della canzone, il produttore aveva buon fiuto ed aveva intuito che quel particolare passaggio cantato a tre voci sarebbe diventato memorabile, con il rullante della batteria di Ringo a fare da supporto nell'intro, infatti "She loves you" diventerà uno dei singoli più venduti in assoluto della storia dei Beatles.

Si può ragionevolmente dire che, da quel mese di Agosto '63, nulla sarà più come prima in campo Pop... [smile]
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da theNemesis »

Ed ecco la classifica finale del decennio 60-69!!

CanzoneVoti
A day in the life - The Beatles 6
Like a rolling stone - Bob Dylan 3
My generation - The Who 3
You really got me - The Kinks 3
(I can't get no) Satisfaction - The Rolling Stones 2
Good Vibrations - Beach Boys 2
Jumpin' jack flash - Rolling Stones 2
Sitting on the dock of the Bay - Otis Redding 2
Stand By Me - Ben E. King 2
Tomorrow never knows - The Beatles 2
Whole Lotta Love - Led Zeppelin 2
21st Century Schizoid Man - King Crimson 1
A Salty Dog - Procol Harum 1
A whiter shade of pale - Procol Harum 1
All along the watchtower - Jimi Hendrix 1
Apache - The Shadows 1
Are You Lonesome Tonight - Elvis Presley 1
Blowin' in the Wind - Bob Dylan 1
California Dreaming - The Mamas and Papas 1
Can’t help falling love - Elvis Presley 1
Come Together – The Beatles 1
Eight miles hight - The Byrds 1
Eleanor Rigby - The Beatles 1
Green Onions - Booker T & The MG's 1
I Feel Fine – The Beatles 1
Light my fire - The Doors 1
Love me do - The Beatles 1
Passing The Time – Cream 1
Please Please Me – The Beatles 1
Rejoyce - Jefferson Airplane 1
Runaway - Del Shannon 1
Something - The Beatles 1
Space Oddity - David Bowie 1
Strawberry Fields Forever – The Beatles 1
Surfin' Safari - Beach Boys 1
Sympathy For The Devil - Rolling Stones 1
The sound of silence - Simon & Garfunkel 1
Theme from a Summer place - Percy Faith 1
Think - Aretha Franklin 1
Third Stone from the Sun - Jimi Hendrix 1
Voodoo Chile (Slight Return) - Jimi Hendrix 1
We're not gonna take it - The Who 1
White room - Cream 1
Wouldn't It Be Nice - Beach Boys 1
You Didn't Try To Call Me - Frank Zappa 1
Vince A day in the Life con largo distacco e meritatamente!
Complimenti agli amici del Forum per le scelte, spesso originali e sempre di ottimo livello.
Menzione speciale per Twoofus perché, oltre ad aver messo virgolette ovunque, ha scritto anche tutto in maiuscolo... :evil: [smile] [smile]
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da aorlansky60 »

[smile] :lol:
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da twoofus »

theNemesis ha scritto: 16/08/2021, 17:00 Menzione speciale per Twoofus perché, oltre ad aver messo virgolette ovunque, ha scritto anche tutto in maiuscolo... :evil: [smile] [smile]
La prossima volta metto anche le virgolette in maiuscolo! [smile] [smile] [smile] [smile]
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da theNemesis »

Omaggio alla canzone vincitrice, in un remaster del 2009.
Ma accidenti... non potevano all'epoca produrre un po' meglio?? Queste separazioni stereo così esasperate.... Stesso problema (tra gli altri) che affligge penosamente From Genesis to Revelation.
Era una mania dell'epoca, dato che era da poco apparso il suono stereofonico?
Boh... [chin]

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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da aorlansky60 »

@ TheNemesis

Per cercare di spiegare la tua perplessità circa la resa audio delle pubblicazioni musicali del periodo, considera che il pur splendido "Sgt Pepper" fu registrato mediante una console a 4 piste [spock] (quelli erano i mezzi tecnici del tempo presso la EMI) e ho detto tutto... :( per riuscire a farci stare dentro tutto quello -(non solo strumenti convenzionali, ma suoni sofisticati ed artificiosi, ripescati da John e Paul per l'occasione nel fornitissimo "magazzino suoni" dell'archivio EMI, di cui l'album in oggetto è stracolmo)- che i Beatles registrarono in diversi brani, in modo che il suono del tutto, trasposto su prodotto finito, potesse essere percepito in maniera accettabile agli ascoltatori, i tecnici della EMI fecero veri e propri miracoli considerando i mezzi tecnici a disposizione (molto spesso mi sono chiesto come avrebbe potuto essere "il suono" del "Pepper" registrato su una console a 8 piste -che arriverà negli studios più evoluti solo nel '68- oppure su una 16 piste che arriverà agli inizi anni 70...);

il disco d'esordio dei Genesis che citi esaspera il problema: per riuscire a far stare dentro, rendendola accettabile all'ascolto, tutta la massa di strumenti registrati (in particolare le "copiose" sezioni archi e le sezioni fiati presenti in molti brani dell'album, che si aggiungevano agli strumenti convenzionali della band, oltre alla voce) i tecnici della DECCA dovettero scendere a [molti] compromessi... infatti in questo disco, la batteria è appena udibile -a volte quasi assente, anche se di fatto presente- proprio perchè dovettero letteralmente "ingolfare" le piste del nastro magnetico (il numero di piste a disposizione nella console usata per l'occasione erano così limitate, che non si poteva destinare una singola pista del nastro master per ogni singolo strumento registrato, come si riuscirà a fare solo qualche anno più tardi con le console a 16 piste... la voce, la chitarra, le tastiere, il basso, la batteria dovettero condividere una pista con la massa orchestrale... [chin] e ho detto tutto... [spock] ...infatti quel disco suona "da vero schifo" per quanto riguarda la resa audio che arriva all'ascoltatore, anche se dotato di impianto di riproduzione di buon livello tecnico...) :roll:

per quanto riguarda la diversità di resa audio tra i mix "mono" e "stereo", gli stessi John e Paul erano sopresi (e lo dichiararono anche) di come i mix mono suonassero sistematicamente "meglio", una volta uditi dal nastro master, dei corrispettivi mix stereo...
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da Lamia »

… infatti, From Genesis to Revelation sarebbe un disco veramente penoso, perche’ effettivamente e’ registrato male, non ci vuole un esperto per rendersene conto. ( ad ogni modo grazie per le spiegazioni tecniche, sono tutte cose che personalmente non conosco).
Cosa lo rende affascinante? La voce di un giovanissimo Peter Gabriel, il suo carisma e la profondita’ che egli mette in ogni singola parola di ciò’ che canta. Si nasce artista, c’e’ gia’ tutto fin dai primi vagiti, io penso questo, non lo si diventa costruendo a tavolino “un personaggio”.


Ritornando in tema: “A day in the life” , evviva!!! [hearts] [suddito]

Pezzone fantastico, unico, che non esiste nella storia della musica, bravissimi Beatles che sempre continuano ad essere i numeri 1 ! 8-)

Bella classifica! [approve]
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da aorlansky60 »

Lamia said :

"bravissimi Beatles che sempre continuano ad essere i numeri 1"

...niente di nuovo sotto la luce del Sole... [smile] [happy]
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da aorlansky60 »

Nelle varie fasi -e date- attraverso le quali il brano prese forma fino alla sua veste finale, una data da ricordare rimane certamente quella del 10 Febbraio 1967, nella cui tarda serata avvenne la celebre seduta di registrazione con i quaranta orchestrali classici chiamati da Martin per l'occasione... più una folta schiera di invitati, tutta quanta gente del jet-set del periodo... tra questi c'era anche il produttore degli Hollies, gruppo pop già famoso per essere riuscito a centrare alcune "numero uno" nelle charts inglesi, che fu visto ad un certo punto della sessione con la testa tra le mani, esclamare "Non è vero, non posso crederci... mi arrendo!..." ...doveva essersi reso conto che i Beatles erano inarrivabili...

Quella seduta fu un evento, senza mezzi termini... i Beatles (solo loro potevano farlo) erano riusciti a convincere tutti gli orchestrali -tutta quanta gente serissima ed impostata, di provenienza dalla Royal Symphony Orchestra o dalla London Symphonic Orchestra, musicisti professionisti dai caratteri e dalla personalità quanto di più lontano possibile dal mondo della pop music- non solo a vestire in completo "da sera" come l'occasione richiedeva, ma anche ad indossare maschere varie carnevalesche, nasi da clown e simili amenità grottesche... [smile] George Martin ricorda che "...poco prima che iniziasse la seduta andavo avanti indietro dallo studio, mi capitò di incrociare alcuni degli orchestrali... a vederli ci mancò poco che cadessi per terra a rotolarmi dal ridere... " [smile]

Al termine della seduta, a notte ormai inoltrata, sempre Martin ricorda che :

"Una parte di me diceva: forse siamo stati un poco autoindulgenti, qui... ma l'altra parte di me esclamava: è tutto quanto così dannatamente meraviglioso!"
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da Humdrum »

Posso aggiungere che sempre quella mitica serata del 10 febbraio 1967 oltre ai 40 orchestrali si aggiunsero le decine di amici invitati dai Beatles ad assistere: fra gli altri Mick Jagger,Marianne Faithfull,Pattie Harrison,Brian Jones,Graham Nash,Donovan,Keith Richards,Mike Nesmith dei Monkees,Simon Posthuma e Marijke Koger del gruppo artistico The Fool.
Quando i musicisti dell'orchestra se ne furono andati,i Beatles provarono a registrare un finale,che inizialmente volevano fosse un accordo vocale a bocca chiusa.Servirono undici tentativi per ottenere il risultato voluto, che dodici giorni dopo fu messo da parte e sostituito dal celebre accordo di pianoforte.Lennon,McCartney, Starr e Mal Evans,usando contemporaneamente tre pianoforti,cercarono di suonare simultaneamente un accordo di Mi maggiore.Ci provarono nove volte prima di riuscirci..Al risultato,moltiplicato per quattro,vennero sovraincisi altro pianoforte e armonium,suonati da George Martin.Geoff Emerick,incaricato di tenre il suono più a lungo possibile (lo portò a 53 secondi di durata,poi editati a 45),ci riuscì alzando al massimo il comando del volume del registratore,tanto che vi entrarono dei rumori d'ambiente ( il condizionatore d'aria,rumore di passi,una sedia che cigola- o le scarpe di Ringo?- e qualcuno che dice "shhhhh!").
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da aorlansky60 »

Rendiamo omaggio alla canzone qui vincitrice, citando ulteriori dati storici.

Le fasi di registrazione del brano furono molteplici :

Gio 19 gennaio 1967
Ven 20 gennaio 1967
Ven 3 febbraio 1967
Ven 10 febbraio 1967
Mer 22 febbraio 1967

Successivamente ci furono ancora diverse sessioni dedicate al mixaggio per renderlo nella sua forma definitiva.

È da ritenere il brano più importante contenuto nell'album più importante realizzato dai Beatles (in particolare da Lennon e McCartney, che curarono tutto il progetto di "Sgt Pepper" fino a renderlo brillantemente allo stato dell' Arte).

Intervistato alcuni anni dopo la pubblicazione dell'album, Lennon ebbe a dichiarare in proposito del brano "Eh! Bella davvero quella. Fu un bel lavoro di coppia tra me e Paul"

Di fatto priva di ritornello, il brano si spinge ben oltre la classica struttura "Strofe-Ritornello" tipico della canzone pop, aprendo a nuovi scenari espressivi della musica popolare contemporanea (tipici del futuro Progressive rock) offrendo all'ascoltatore un vortice di emozione unica in continuo crescendo, dall'inizio fino al termine, che culmina con una perentoria nota finale, sospesa in lenta dissolvenza, a conferire ulteriore solennità e mistero.

Una delle prime cose da notare è l'ingegnoso e raffinato accompagnamento alle percussioni, del tutto opera della mente di Ringo Starr (a riprova che quando intuiva l'alta qualità di un brano della coppia di autori pop più famosi del tempo, egli non mancava mai all'appello, oltre a dimostrare che non era l'ultimo degli arrivati come batterista).

È noto che la fonte di ispirazione del brano fu per Lennon l'improvvisa notizia della scomparsa di un suo conoscente "Ero a casa, seduto al pianoforte nell'intento di scrivere una nuova canzone, col Daily Mail davanti a me aperto sulla pagina delle notizie brevi, da cui lessi un trafiletto che annunciava la morte dell'erede della dinastia Guinness, aveva trovato la morte in un incidente d'auto." (Tara Browne, ventuenne discendente ed erede di una delle famiglie più ricche e facoltose del Regno Unito, conoscente ed amico degli stessi Beatles)

Alla canzone ancora in fase primordiale di composizione, si aggiunse un abbozzo di McCartney composto tempo prima e da lui mai sviluppato, lasciato a decantare in attesa; Paul la trovò perfetta da inserire come interludio alla composizione nascente di John "Era il mio ricordo di quand'ero ragazzo, mentre la mattina lasciavo in fretta casa e correvo giù dalla strada per prendere in tempo l'autobus che mi avrebbe portato a scuola... salito al piano superiore dell'autobus mi sedevo, giusto il tempo di fumare una Woodbine ed ero arrivato a destinazione." (da cui il verso "Made the bus in seconds flat, Found my way upstairs and had a smoke" nel breve medley centrale di sua composizione, introdotto dal celebre "woke up, got out the bed...")

L'idea di sostituire il vuoto delle "24 battute" con una sorta di crescendo orchestrale fu sempre di Paul (già dal '66 egli ascoltava con molto interesse certi autori contemporanei, tra i quali Stockausen); secondo la sua intenzione, doveva rendere "un suono grandioso, come la fine del mondo"; per realizzarlo, doveva essere coinvolta un intera orchestra classica da 90 elementi (che furono poi ridotti a 40). Come al solito, la realizzazione pratica della 'visione' del Beatle di turno ricadde sul loro produttore... Come G.Martin dichiarò in proposito "Cominciai a studiare ciò che Paul mi aveva illustrato di volere... all'inizio misi la nota più bassa per ogni strumento coinvolto... la mia intenzione era quella di partire dai registri bassi progredendo lentamente verso quelli alti... una volta concepita l'idea, dovetti dare istruzione agli orchestrali... una volta convocati per le prove, dissi loro che dovevano iniziare da una nota molto bassa suonando molto fievoli, fino a terminare con un vero 'fortissimo'... occorreva perciò iniziare da una tonalità molto bassa per finire con una tonalità molto alta, eseguita nell'intervallo di 24 battute... dissi loro che dovevano arrivarci ognuno per proprio conto, perchè non esisteva spartito da seguire... dissi anche che non volevo che nessuno di loro guardasse o sentisse cosa avrebbe fatto il collega a fianco, perchè non volevo che tutti suonassero simultaneamente la stessa nota... alla fine del discorso mi ritrovai di fronte quaranta persone ammutolite che mi guardavano come se fossi un folle... " [smile] (lascio immaginare al lettore la perplessità di costoro, tutti quanti più che provetti esecutori classici di provenienza Royal Philarmonic o London Symphonic Orchestra, abituati a suonare di fronte ad uno spartito, che improvvisamente si sentono richiedere una partitura simile da suonare...)

Geoff Emerick, primo tecnico del suono dei Beatles del periodo, anch'egli presente, ricorda che "tutti gli orchestrali erano rimasti più che perplessi, non avendo minimamente compreso quanto richiedeva da loro Martin... e neppure capivano perchè qualcuno volesse riconoscere loro un onorario per eseguire una partitura così stravagante al loro modo di pensare, loro infatti erano musicisti di 'classica' e come tali si consideravano..."

Alla fine comunque ci provarono... l'orchestra in esecuzione venne registrata 4 volte, occupando interamente le 4 piste di un nastro... il tutto fu poi remixato su un unica pista.

Ancora prima della seduta di registrazione ufficiale, programmata per la serata del 10 Febbraio, apparve chiaro a Martin che c'era un problema tecnico da affrontare... per risolverlo coinvolse l'ingegnere tecnico Ken Townsend, che ricorda a sua volta "Improvvisamente quella mattina arrivò da me Martin a sottopormi una questione tecnica... mi disse: questa sera ho intenzione di utilizzare due macchine 4 piste in simultanea... lo so che non è mai stato fatto prima, ma tu sapresti come fare?"...

Townsend si spremette ben bene il cervello ed alla fine escogitò una soluzione (una delle tante che egli dovette trovare in quegli anni, sotto la pressione costante di Lennon e McCartney entrambi sempre alla ricerca di novità audio da esplorare). "Durante la sessione, mettemmo la base ritmica dei Beatles su una macchina, e la pista che stavamo registrando con l'orchestra sull'altra... poi riavolgemmo e ripetemmo il procedimento di nuovo, poi di nuovo, ed ancora fino ad avere 4 incisioni della stessa orchestra... i veri problemi arrivarono dopo, quando si trattò di eseguire il mixaggio, dovendo utilizzare due macchine insieme... io e George non riuscivamo a sincronizzare le due macchine, tanto che egli si innervosì parecchio... dopo molti tentativi alla fine riuscimmo a trovare un compromesso accettabile... l'orchestra era leggermente fuori tempo in qualche punto, ma alla fine non importa, dato che è udibile solo ad un orecchio ultrafine particolarmente allenato..."

Anche Geoff Emerick ebbe il suo bel da fare : "Fu soltando manipolando accuratamente i cursori che riuscii ad ottenere una giusta resa di quel crescendo orchestrale... andavo più che altro a sensazione personale, più che seguire gli strumenti indicanti i decibels della console... se l'avessi fatto, non avrebbe mai funzionato limitandomi a tirar su i cursori a tutto volume fin dall'inizio..."

Al termine della seduta con i quaranta orchestrali, nello studio 1 di Abbey Road avvenne poi ciò che ha già descritto Humdrum. Era una buona idea per il finale della canzone, ma mancava ancora quella forza necessaria a suggellare in bellezza un capolavoro. Venne sostituito dal celebre accordo di pianoforte in MI maggiore, registrato il 22 Febbraio : era la conclusione perfetta. Era abitudine ritenuta ormai normale nell'ambiente musicale del tempo, che qualche invitato speciale fosse presente in una seduta di registrazione dei Beatles: quella sera/notte del 22 Febbraio 1967 toccò a David Crosby. (in un altra delle tante sedute di registrazione dell'album, il loro vecchio primo tecnico del suono Norman Smith portò in visita ai Beatles una nuova rock band molto promettente, di cui era diventato manager, che aveva da poco firmato con la EMI : il nome di quella band era... Pink Floyd).

Poi ci sono altri dettagli significativi, ognuno a portare gloria alla canzone. Gli "aaaah" di Lennon a conclusione del medley centrale, il crescendo orchestrale immaginato da McCartney e scritto da George Martin, il geniale accompagnamento alle percussioni ad opera di Ringo Starr, rimangono una della più mirabili riproduzioni sonore di una caleidoscopica esperienza psichedelica, in linea con l'avanguardia rock del periodo che gli stessi Beatles stavano dettando ormai da anni. Il suono "da fine del mondo" ideato dal geniale produttore dei Beatles rimane qualcosa di memorabile all'interno di un brano memorabile. A questo trionfale risultato concorrono anche i soliti fortuiti elementi casuali che adornano molte delle migliori opere dei Beatles (in questo caso 'il suono della sveglia', 'il conteggio originario delle 24 battute' di Mal Evans, prima che fosse ricoperto dall'orchestra e tuttavia ancora udibile all'ascolto nella veste finale del brano) il tutto rende "A Day In The Life" inattaccabile dal punto di vista musicale. I vari elementi sonori si incastrano tutti a perfezione, rendendo la canzone un'autentica summa della migliore produzione beatlesiana: splendide melodie, armonie raffinate e un grandioso arrangiamento.

Giustamente sommersa di elogi già a partire dalla sua pubblicazione, "A Day In The Life" può essere giustamente considerata una delle migliori canzoni dei Beatles, soprattutto perchè in pochi altri singoli brani della band le singole capacità creative di Lennon e McCartney (senza dimenticare il formidabile contributo di Starr e di Martin) convergono contemporaneamente verso un unico obiettivo con così tanta forza d'ispirazione ed efficacia realizzativa. Stranamente rimane escluso George Harrison (che non ha mai amato molto il "PEPPER", e neppure ha mai nascosto pubblicamente questo suo sentimento verso l'intero album).

Nota: tutte le dichiarazioni legate agli autori citati provengono dalla pubblicazione "BEATLES: otto anni ad Abbey Road" - Mark Lewisohn, 1990
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da twoofus »

E in chiusura citiamo pure il celebre Inner Groove, cioè il frammento finale, inserito dopo A Day In The Life come traccia fantasma dell'album. Si trovava solo nella versione mono del vinile inglese (PCM 7027) e successivamente fu inclusa anche nel cd ripetuta alcune volte per simulare l'effetto originale.
Inizialmente venne incluso nel solco di fine lato B, quello in cui che la puntina del giradischi percorreva a ripetizione finché qualcuno non la sollevava, almeno fino alla nascita dei giradischi con ritorno del braccio automatico. In genere questo solco è vuoto e appare più scuro dei solchi normalmente incisi. L'idea era quella di fare una sorpresa al termine del disco e di riempire tutti gli spazi possibilmente con una gamma di suoni diversi dal normale, con hertz differenti.

George Martin ha dichiarato svelato che il gruppo, al termine delle registrazioni canoniche, iniziò a ridere e a gridare frasi sconnesse in modo casuale, registrando circa mezzo minuto, dal quale venne poi estratto il frammento che chiude Sgt. Pepper replicato a loop. Poi al termine di questo si può udire una specie di fischio a 20.000 hertz, frequenza udibile solo dai cani e dai gatti ma non dall'uomo.
I nastri incisi a loop, se ascoltati al contrario, rivelerebbero messaggi nascosti, cosa che ha originato molte speculazioni.
Fatto sta che, io c'ho provato con il mono inglese, e davvero al contrario si sente una specie di "We'll fuck you like supermen".
Qui su youtube c'è la dimostrazione in senso dritto e a rovescio:
You and I have memories longer than the road that stretches out ahead.
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Re: I 10 brani da salvare - Decennio 1960 - 69

Messaggio da theNemesis »

aorlansky60 ha scritto: 17/08/2021, 9:06 @ TheNemesis

Per cercare di spiegare la tua perplessità circa la resa audio delle pubblicazioni musicali del periodo, considera che il pur splendido "Sgt Pepper" fu registrato mediante una console a 4 piste [spock] .....

.... per quanto riguarda la diversità di resa audio tra i mix "mono" e "stereo", gli stessi John e Paul erano sopresi (e lo dichiararono anche) di come i mix mono suonassero sistematicamente "meglio", una volta uditi dal nastro master, dei corrispettivi mix stereo...
Torno un attimo sull'argomento della qualità delle registrazioni dell'epoca perché il caro AOR ha illustrato bene la problematica, ma credo sia necessario un piccolo approfondimento tecnico, anche perché la mia perplessità non era sulla qualità generale delle registrazioni (bassa per i motivi che AOR ha ben evidenziato), ma sulla ricostruzione dell'immagine stereofonica.
Solo per contestualizzare, spiego che nel lontano 1986 avevo iniziato a registrare i miei brani (e anche concerti live in jazz club che all'epoca frequentavo) con una console a 4 piste Teac Tascam Porta Studio.
L'apparecchio era composto da un registratore a 4 piste su cassetta e da un mixer integrato.
Questo per dire che conosco piuttosto bene la registrazione su 4 piste e quindi continuo a essere perplesso sulla "scena" stereofonica che gli album dell'epoca proponevano.
Strumenti e voci stagliate decisamente a destra o a sinistra con al centro dell'immagine stereo sostanzialmente nulla.
Anche nella versione rimasterizzata nel 2009 che ho proposto prima, si notano sin dall'inizio queste separazioni di canale, tutta la voce sul destro, la chitarra sul sinistro etc...
Una situazione che, per me, è sgradevole e fastidiosa.
Io ho registrato per molto tempo con un 4 piste e non ho mai falsato così l'immagine stereo.
Dato che i tecnici dell'epoca non erano sicuramente degli sprovveduti, mi domando perchè questa sgradevole immagine stereo?
Se poi pensiamo che addirittura avevano precorso i tempi perché erano riusciti a ottenere una sincronizzazione, ancorché imperfetta, di due registratori a 4 piste per poter registrare la parte orchestrale del brano, la mia domanda è ancora più pressante (negli anni immediatamente successivi, i maggiori produttori di registratori da studio - Revox, Akai etc... - iniziarono a produrre registratori a 4 e 8 tracce sincronizzabili tra di loro).
Una delle ragioni potrebbe essere che l'introduzione della registrazione (e riproduzione) stereofonica abbia forse preso un pò in contropiede i tecnici dell'epoca abituati al "mono" (e gli stessi Beatles hanno riconosciuto che i mono suonavano meglio degli stereo).
Infatti, lo stereo su 4 piste, prevede che si rivoluzioni la strategia di registrazione rispetto a quella del mono.
Mi spiego meglio. Avendo a disposizione, come oggi, numerose piste, ci si concentra sulla registrazione di strumenti e voci senza pensare a dove saranno successivamente posizionati nello stage stereofonico finale (come nel vecchio mono). Tale posizionamento, infatti, sarà realizzato durante il rimissaggio in stereo delle varie tracce.
Ma avendo a disposizione solo 4 piste, e quindi dovendo ricorrere pesantemente alla sovraincisione di strumenti e voci diverse su stessa pista, è necessario posizionare nell'immagine stereo tutti gli strumenti e/o voci che convogliano su un'unica pista (o su due piste) già in fase di registrazione. Perché poi, in fase di rimissaggio, non puoi più separarli.
Probabilmente, la novità assoluta della stereofonia, ha colto impreparati di tecnici dell'epoca che hanno continuato a registrare come si faceva con la monofonia (tutto su un unico canale centrale).
Oppure, vista la grande novità della stereofonia, hanno volutamente esasperare la separazione di strumenti e voci perché la produzione (o la casa discografica) ritenevano importante "fare colpo" sul pubblico ancora abituato all'ascolto mono.
Mah? [chin]
Dancing on time way...
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