Rick Wakeman vs Keith Emerson

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aorlansky60
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Re: Rick Wakeman vs Keith Emerson

Messaggio da aorlansky60 »

Lamia ha scritto: 14/01/2019, 17:51 Emerson invece rivoluziona il concetto: sara’ la personalita’ , saranno le composizioni, ma lui accentra a se l’attenzione
beh in quella band lui era la STAR, la "PRIMA DONNA" - anche se gli altri due PALMER e LAKE sotto il profilo tecnico erano di livello elevato, lui sotto pari profilo tecnico era veramente ECCELSO, riconosciuto da tutto l'ambiente del tempo - e lo dimostrava anche on stage, sono rimaste famose le sue "lotte" contro l'Hammond che strapazzava [smile] da quel punto di vista J.HENDRIX e P.TOWNSHEND erano facilitati, una electric guitar pesa molto meno di un organo [smile] e la puoi maltrattare con molta più facilità [smile]

e poi quella band era quasi totalmente "keyboard oriented" le composizioni avevano come strumento dominante LE TASTIERE di Emerson come elemento chiave a condurre l'andamento armonico, logico che se c'era uno che doveva risaltare ed emergere, quello era lui.
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Lorenzo Mentasti
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Re: Rick Wakeman vs Keith Emerson

Messaggio da Lorenzo Mentasti »

Direi Keith Emerson, al netto di gratuiti esibizionismi, sapeva unire spettacolo a perizia strumentale come pochi.
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Marco1961
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Re: Rick Wakeman vs Keith Emerson

Messaggio da Marco1961 »

Al di là del dato tecnico che, ritengo, sia assai elevato in entrambi, resta il fatto che Keith Emerson ha fatto la Storia del Prog, ben più di Wakeman. I Nice sono stati una sua creazione, storicamente anche più importanti degli ELP. Basterebbe già questo per "dimensionare" il confronto, senza togliere nulla a Wakeman, che amo e ammiro soprattutto per la sua finezza pianistica. Ma Emerson è stato un vero alchmista del suono: tra i primi a sperimentare le sonorità del moog; abile e geniale nel riutilizzare l'idioma del jazz fondendolo con il song tradizionale (si pensi ad "Hang on to a dream" di Tim Hardin, la sua splendida versione nei NIce); la tradizione classica viene rivisitata in maniera creativa, lungo differenti linee interpretative, dal Sibelius della "Karelia suite" al Tschaikowskij della "Patetica" fino a Moussorgski, passando per Bartok e Janacek nel primo folgorante LP. Dovendo, oltretutto, operare una sintesi di personalità e background musicali diversissimi, ossia quelli di Lake e Palmer. E qui colgo una vena "pedagogica" direi, quel farsi "maestro" nei confronti degli altri musicisti (al di là dei dissapori e degli inevitabili egocentrismi). Che si chiamassero Brian Davidson o Lee Jackson o Lake o Palmer. Wakeman, con gli Yes, non ha dovuto fare questo lavoro di sintesi così difficile e complesso, trovandosi già dentro un ensemble strutturato attorno a dei fenomeni che avevano prodotto almeno due LP in precedenza. Dopodiché, mi sembra un po' inutile concentrarsi su chi fosse più veloce, o "bravo" (e che vuol dire? Thelonius Monk è stato un genio musicale, ma non era certo un pianista di primo livello). In ultimo, non tralascerei, anzi, semmai rilancerei, il tema del modo di suonare l'organo Hammond, di cui Brian Auger allora era forse il "padrone", memore sempre di Jimmy Smith. Emerson , forse per primo, prima di grandi artisti quali Greenslade, Wakeman, etc., ne ha davvero reinventato il lessico, fondendo Jimmy Smith, il Rhythm and Blues e il contrappunto di Bach, già in brani come "Country pie/Brandeburger" con i Nice. Che dire, è stato un musicista geniale, anche con gli eccessi talvolta kitsch delle sue rivisitazioni.
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